Il regalo per Capodanno!
Questa cosa mi ha regalato oggi la mia allieva Ksenia. Indovinate che cos’e’ e come la usano? 😉
Chaikovsky, Il valzer dei fiori dal balletto Schiaccianoci
I sacchettini cuciti a mano con il lino russo fabbricato nella famosa e antica manifattura Trekhgornaja di Mosca
La manifattura Trekhgornaya fu fondata nel 1799 a Mosca dal negoziante Ivan Prokhorov ed dal suo socio Ivan Rezanov. La fabbrica produceva diversi tipi di cotonine e con gli anni allargo’ pian piano la sua produzione.
E’ diventata molto famosa e più conosciuta grazie alla varietà delle immagini sulle stoffe, la qualità e la tradizione russa usate nelle produzioni.
La manifattura Trekhgornaya, che tutti la chiamano anche Trekhgorka, esiste e lavora anche ai nostri giorni. E se volete comperare a Mosca qualche tipica stoffa russa, allora dovete andare proprio a Trekhgorka.
Io per questo Natale e Capodanno, ho preparato piccole sorprese per tutti i nostri carissimi amici. L’idea di impacchettarli in modo particolare e’ venuta improvvisamente. Ogni amico/a, a parte un regalino che trova dentro, riceve un ricordo particolare. Tutti i sacchettini che nascondono i regali sono cuciti a mano con il lino russo fabbricato nella famosa e antica manifattura Trekhgornaja di Mosca. Ho scelto una stoffa natalizia ed ho inventato l’idea che una sartoria di Mosca mi ha aiutato a realizzare.
Allora tanti auguri di Buon Natale e Felice anno nuovo a tutti i miei cari lettori, e auguri in compagnia dei particolari ricordini fatti della stoffa della famosa Trekhgorca per i nostri carissimi amici russi-italiani!
Vostra Marina.
Ma spesso mi rendo conto che esistono certe cose che sono difficili da spiegare con le parole. Ci vorrebbe tanto tempo per farlo e poi bisognerebbe trovare le parole giuste.
Certe emozioni non si spiegano con le parole, si sentono e basta. Credo sia proprio il mio caso, quando dopo aver visto uno spettacolo a un teatro russo, non sono riuscita a dar voce alle mie sensazioni.
Quella sera, quando siamo tornati a casa, ho riflettuto molto e ho continuato a pensarci sopra ancora per 2 settimane. Ho letto il libro e ho guardato/letto numerose interviste con gli attori e naturalmente con il regista di questo spettacolo, cercando di capire profondamente e magari trovare le parole giuste per descrivere i miei sentimenti.
Ora che ho letto il libro e so molto di più del regista e del suo modo di vivere, tutto questo mi fa capire che il mio e’ veramente un caso particolare ed avevo ragione io, quando non sono riuscita a trovare le parole giuste.
Magari non esistono o esistono ma non valgono niente senza aver visto lo spettacolo e magari senza conoscere, capire e condividere profondamente la filosofia del regista.
L’unica cosa che posso dire e’ che quella sera ho scoperto per me un genio teatrale, una persona straordinaria proprio per il suo modo di vedere il mondo e naturalmente per quello che fa nella sua professione. Sono stata veramente colpita da tante cose che ho visto a teatro quella sera. Colpita in senso molto positivo! Questi spettacoli non sono certo per tutti e magari bisogna essere preparati per questo tipo di teatro, preparati mentalmente ed intellettualmente.
Posso dire un’unica cosa. I geni non nascono spesso e sono un dono. Roman Viktyuk e’ un vero genio ed un regista grande! Almeno lo e’ per me.
Non posso e non voglio darvi consigli, se vedere o no i suoi spettacoli, questo caso e’ molto personale. Se vi capita di vedere i manifesti dei suoi spettacoli, forse vale la pena di andarci, almeno per sapere che cosa sono e chissà se il suo lavoro vi colpisce così’ tanto come ha fatto a me. Il mio non e’ un consiglio, ma un augurio di allargare il vostro mondo interiore.
1. Caspita! Finalmente in Russia vendono qualche film italiano moderno!
2. Interessante se c’e’ anche l’audio in italiano.
3. Finalmente riesco a dare un’occhiata a questa famosissima serie italiana.
4. Me lo compro e poi vediamo se e’ veramente così interessante come la trovano gli italiani 😉
In questi 2 giorni abbiamo guardato una puntata (ne ho comprate 3) dopodiché ho pensato:
1. Primitivo? Puo’ darsi. Ma per il relax di sera va benissimo.
2. Montalbano ha le gambe storte ma mi e’ simpatico lo stesso 😉
3. Bello che c’e’ l’audio in italiano!
4. Magari mi compro in Italia un libro di Camilleri su Montalbano! Sono curiosa di leggerlo 😉
Certo, il Teatro alla Scala e’ stato e rimarra’ sempre il numero uno nel mondo. Non e’ facile trovarsi tra quei fortunati che riescono, almeno una volta, ad entrare in questo tempio d’arte. Ma e’ possibile farlo? Si’, si’ io ho sempre pensato che fosse possibile, almeno una volta nella vita, entrarci dentro per sentire l’atmosfera di questo teatro.
Stavo leggendo il libro di Paolo Grassi ed Emilio Pozzi » Il mio teatro», quando mi e’ venuto in mente di visitare il sito del Teatro alla Scala. Tra i diversi spettacoli ho trovato «La cavalleria rusticana» di Pietro Mascagni. «Ecco il momento giusto.»- ho pensato io!
Proprio da qui comincia questa storia buffa e tragica che vi voglio raccontare.
Avete mai provato a comprare un biglietto per la Scala? Io si’.
Io abito a Mosca e certamente con le tecnologie moderne ora si possono acquistare tante cose a distanza. Anche alla Scala c’e’ la possibilità di fare l’acquisto dei biglietti via internet. Ora attenzione! Il sistema vi fa vedere i posti liberi e quelli a disposizione al momento dell’acquisto e indica anche il prezzo. Fate la scelta dei posti ed al passo seguente il sistema vi offre non quei posti che avete scelto voi e non per quel prezzo che avete visto/scelto prima. Ho provato qualche volta e sempre senza successo. Il prezzo sempre diventa più alto! Ho provato qualche volta senza capire come funziona questo sistema strano e alla fine ho chiesto l’aiuto di un mio caro amico milanese.
Con il suo aiuto la situazione si e’ chiarita subito. E ora vi racconto la seconda parte di questa storia incredibile.
Volete andare a teatro alla Scala? Allora:
1. Dovete scegliere lo spettacolo (e’ ovvio)
2. Aspettare il giorno quando si aprono le vendite
3. Imparare benissimo la piantina della sala per non perdere tempo quando comincerà la gara che si può chiamare «chi sarà il primo ad acquistare per il miglior prezzo»
4. Quando siete pronti, scappate subito alle casse della città che sono autorizzate a vendere i biglietti di questo teatro (non sono tante!) e non andate al botteghino del teatro, li’ non vi vendono nulla
5. Siete alle casse? Attenzione! Vi obbligano di pagare il prezzo del biglietto + il 20%
6. Come non pagare il 20%? Qualche giorno prima dello spettacolo ci saranno (?) nelle casse del teatro pochissimi biglietti per il prezzo originale senza questo strano supplemento del 20% (chissà se ci sono davvero nelle casse)
7. Non volete pagare lo stesso il supplemento (neanch’io lo voglio pagare!)? Allora, a vostra disposizione ci sono 140 posti in piedi! Ma prima dovete fare una fila notturna vicino alle casse del teatro, in attesa delle ore di apertura del botteghino. Bel divertimento nel ventunesimo secolo!
Ancora qualche commento.
Io all’inizio ho cercato di comprare i biglietti via internet e penso che ci siano molte persone che non hanno amici a Milano disponibili a scappare alle casse per fare l’acquisto dei biglietti.
Il sistema d’acquisto via internet e’ tanto strano e funziona malissimo. Non si capisce proprio niente e devi chiamare il teatro per chiarire come e cosa devi fare. Poi c’e’ sempre questo supplemento del 20% che devi pagare oltre il prezzo del biglietto.
Se siete fortunati ed avete qualche amico milanese che vi farà questo favore e va alle casse per comperare per voi i biglietti, anche in questo caso dovete pagare questo 20%.
Io ho scelto l’opera «La cavalleria rusticana» ma qui mi aspettava ancora un’altra sorpresa. Questa opera non e’ tanto lunga. Per questo motivo danno subito 2 opere! Prima ascoltate «La cavalleria rusticana» di Mascagni e subito dopo «I Pagliacci» di Leoncavallo. Perché tutte e due in una serata, una subito dopo l’altra? E’ una vecchia tradizione teatrale. Interessante questa tradizione! A dire il vero, io non ho capito com’e’ possibile in una serata ascoltare 2 opere completamente diverse. E come se prima bevessi il caffè e poi subito dopo assaggiassi un bicchiere di vino rosso. In questo caso non credo che sia possibile sentire il retrogusto di ciascuno. Ma la tradizione spiega: tutte e due opere sono corte, allora insieme fanno la durata di un’opera normale! La matematica, signori 🙂 Non importa che io vada ad ascoltare Mascagni e non mi vada per niente d’ascoltare subito dopo ancora qualcosa. Trovo strana questa tradizione ma può darsi che non capisca proprio nulla.
Epilogo.
Il Teatro alla Scala e’ un teatro particolare. Lo capiscono e lo sanno tutti gli amanti della musica classica. Ma mi chiedo, se il teatro «vive» per il pubblico perché:
— non possono organizzare bene l’acquisto dei biglietti via internet (come si fa negli altri teatri)?
— non posso comprare il biglietto senza questo strano e scandaloso supplemento del 20% ?
Immagino che per molti, come per me, la visita in questo teatro rimarrà solo un sogno ancora per molti anni o forse per sempre, perché pagare il prezzo di 224 euro + il 20% per un biglietto in platea (dove bisogna anche essere vestiti in modo elegante!) sembra incredibile, visto che a teatro di solito andiamo almeno in due ;-). Ma acquistare un biglietto per la balconata che costa 98 euro e’ quasi altrettanto impossibile (a causa dello stesso supplemento e per le difficoltà con il sistema elettronico). Rimangono i posti in piedi. Ma non sono veramente pronta a venire a Milano un giorno prima per passare tutta la notte vicino al teatro che non mi garantisce per niente che di mattina riesca a comprare i biglietti e possa guardare tutto lo spettacolo in piedi. Bisogna vivere a Milano per andare a questo teatro senza dover pagare tanti soldi per il biglietto? Penso di si’.
Quante cose ho saputo della Scala! E solo volendo un giorno semplicemente aprire per un istante la porta di questo teatro e partecipare alla magia di questo posto storico.
E voi, avete mai provato a visitare il Teatro alla Scala? Com’e’ stata la vostra esperienza?