Lucca comics.

E’ il più grande festival italiano ed uno tra i primi nel mondo dedicato al Fumetto, al Gioco intelligente e all’illustrazione. E’ una festa che ormai da molti anni viene organizzata a Lucca nel mese di ottobre.

Veramente la festa e’ per noi visitatori. In realtà e’ una grande fiera dove arrivano tante case editrici che stampano fumetti e libri illustrati sia per gli adulti che per bambini,  famosi autori di fumetti, produttori di tutte le cose che riguardano questo genere. Ognuno ci trova qualcosa di suo gusto.

Vengono organizzate delle conferenze con gli autori, delle presentazioni e del workshop.

Per 5 giorni Lucca diventa la città dei comics. Poveri i turisti che in questi giorni vengono a Lucca. Se volete godere la città e la sua architettura, allora e’ inutile venire qua in questi giorni ma vale la pena di vedere i comics anche se in questi giorni c’e’ troppa confusione.

Il primo giorno.

Abbiamo solo comprato gli abbonamenti. Visto che siamo tornati a casa nel tardo pomeriggio, abbiamo deciso di cominciare «il nostro viaggio» per Lucca comics dal secondo giorno della fiera.

Due opere in una serata.


Domenica scorsa siamo stati in un teatro lirico italiano. Sono appassionata di musica classica e sopratutto di quella italiana. Da molti anni avevo il desiderio di ascoltare un’opera italiana in un teatro lirico in Italia.

Quelli che leggono il mio diario sul mio sito «Un viaggio chiamato Russia» o seguono questo live journal hanno già visto l’articolo dedicato alla Scala a Milano. Mentre cercavamo delle informazioni per l’acquisto dei biglietti, avevamo saputo tante cose interessanti e nuove. Una di esse era straordinaria. Volevamo andare ad ascoltare «Cavalleria rusticana» di Pietro Mascagni ed avevamo saputo che storicamente la davano sempre insieme a «Pagliacci» di Ruggero Leoncavallo, una subito dopo l’altra nella stessa serata.

Conosco bene l’opera di Mascagni, ma quella di Leoncavallo non l’avevo mai ascoltata prima. Come tutti gli amanti della musica classica, conoscevo solo la famosa aria «Ridi pagliaccio».

Non siamo riusciti ad andare alla Scala per diversi motivi che ho descritto nel mio articolo dedicato a questo teatro, ma siamo stati fortunati di poter comprare 2 biglietti per il Teatro del Giglio. Ho provato a comprare i biglietti 5 volte nei mesi precedenti ed alla sesta volta sono riuscira ad andare in questo teatro storico per ascoltare la mia amata opera di Mascagni.

Quella sera per la tradizione storica abbiamo ascoltato due stupende opere.

E’ molto difficile descrivere quello che abbiamo visto quella sera al Teatro del Giglio. E’ stata una serata spettacolare! Dopo quello che abbiamo visto ed ascoltato in questo teatro non mi viene più la voglia di visitare la Scala. Il livello artistico di questi due spettacoli era così alto, che siamo rimasti stupiti.

Quando nell’opera italiana tu senti e capisci ogni parola e’ grazie all’alto livello artistico del cantante. Su questo ha scritto Luciano Pavarotti nel suo libro. All’inizio del suo studio del belcanto, per 6 mesi ha imparato a cantare solo le lettere e molti anni dopo trovava questo studio sempre molto importante. Se sai farlo, allora saprai cantare bene e far sentire bene ogni parola della frase che canti. Spesso quando ascolti l’opera senti solo la musica e la voce del cantante che canta chissà cosa.

Vorrei notare anche l’aspetto artistico di tutti gli attori di questi due spettacoli. Li chiamo attori non per lo sbaglio. Li abbiamo visti così’. Sono bravissimi cantanti lirici, ma sono anche attori drammatici non meno bravi. In certi momenti dimenticavamo di essere all’opera, ma ci sembrava di essere proprio a uno spettacolo drammatico accompagnato delle bellissime voci e della stupenda musica classica.

La musica fa sempre un certo effetto.Ti viene la pelle d’oca o ti scappano le lacrime. Quella sera pero quell’effetto l’hanno fatto sia la musica e le voci dei cantanti, sia la recitazione.

Vorrei dire ancora qualche parola di «Pagliacci». La versione del regista era straordinaria. I personaggi sono stati portati nel Novecento. Per i costumi sembravano gli anni 60. Gia’ per questo si guardava come uno spettacolo più moderno rispetto a l’opera classica.

I cantanti usavano non solo il palcoscenico ma anche lo spazio della sala per recitare la trama. Non riesco a descrivere le altre idee del regista usate nello spettacolo perché senza le foto (al teatro portiamo mai la macchina fotografica e neanche i cellulari) e’ difficile spiegarle.

Erano veramente due opere liriche di grande successo. Abbiamo visto la «nuova» opera che non ha perso la sua originalità ma sta vivendo una vita nuova. Si sono uniti l’opera ed il teatro drammatico. Nel caso di quelle due opere e’  avvenuta una cosa meravigliosa!

Ancora due momenti interessanti del teatro del Giglio.

Prima dello spettacolo, l’orchestra ha suonato l’inno italiano. Tutto il pubblico si e’ alzato e l’ha cantato, dopo di che l’orchestra ha cominciato a suonare la sinfonia della prima opera.

Sono arrivata al teatro vestita con la giacca di lana ed ho voluto lasciarla nel guardaroba. Ero l’unica che l’ha fatto. Non e’ la prima volta che vedo nei teatri italiani la gente che entra nella sala vestita con gli abiti e pellicce e non li lascia al guardaroba. Questa volta mi hanno chiesto di pagare 1 euro per il guardaroba 🙂

Il tempo invernale e quello estivo.

Da quest’anno in Russia non spostiamo più le lancette degli orologi avanti e indietro 2 volte all’anno. Oggi in Italia era la giornata di 25 ore. Da oggi tra la Russia e l’Italia abbiamo una differenza di 3 ore.

Bisogna aspettare la primavera per avere in Europa una giornata di 23 ore e tornare alla differenza di 2 ore tra i paesi europei e la Russia 🙂

I bliny russi e quelli italiani.

Oggi in un bar della città abbiamo finalmente assaggiato le loro crepe. Ci andiamo ogni giorno a prendere il caffè buonissimo che sanno preparare li’. Il caffè più’ buono lo sanno fare solo in Italia, ma anche in Italia ci sono i posti dove lo preparano molto buono e altri dove viene meno buono. Percio’ abbiamo i nostri bar preferiti della città.

Questa volta nel «nostro» bar ci hanno consigliato di assaggiare le crepe. Sono simili ai blini russi. Se un giorno venite in Russia, il primo piatto tipico della cucina russa che vi faranno assaggiare saranno i blindi. Noi mangiamo i blini con il caviale, con il salmone, con la carne o con la ricotta, con la marmellata o con il miele. Questo piatto si prepara in generale  per il carnevale russo che da noi si chiama Maslenitsa.

Ogni paese del mondo ha il suo piatto tipico. La pizza e’ un tipico piatto italiano ma sanno cucinarla benissimo solo in Italia. I blini sono il tipico piatto russo. Ora conosco almeno un posto in Italia dove li sanno preparare non meno buoni che in Russia 😉

Santa Maria del Fiore e Filippo Brunelleschi.

Firenze, Santa Maria del Fiore

Tutti coloro che amano e conoscono l’Italia hanno sentito il nome di Filippo Brunelleschi, che ha costruito per il Duomo di Firenze una cupola gigantesca. Nel Cinquecento essa era la più grande nel mondo e nessuno sapeva costruire qualcosa di simile. Brunelleschi era appena tornato a Firenze da Roma dove studiava l’architettura. Era l’unico architetto che sapeva come costruire una cupola cosi’ grande. Per quell’epoca era una costruzione straordinaria.

Brunelleschi era l’unico tra i numerosi grandi artisti fiorentini del Cinquecento, che lavoravano a Firenze, e che e’ stato sepolto onorevolmente nel Duomo della città.

C’e’ una cosa sola che io non riesco a capire. Se entrate in Santa Maria del Fiore, vi assicuro che senza una spiegazione non troverete la tomba del grande Brunelleschi. E’ sepolto nella cripta. La sua tomba e’ semplicissima. Ora si trova a destra del negozio dove vendono i souvenir. Una pietra messa a terra con una semplice scrittura del nome e cognome  si trova dietro un cancello.

Avete mai visto le tombe di Galileo o di Michelangelo a Santa Croce? Puo’ darsi che Brunelleschi fosse meno importante del grande Michelangelo, ma PERCHE’ e’ stato sepolto così’? Essere sepolto in qualsiasi posto del Duomo era onorevole e non importava se la tomba si trovava nel posto che non trova nessuno? Boh, qualcuno forse sa spiegarmelo? Sono veramente curiosa.

Un espresso o uno spritz?

Da qualche tempo quando vado in un bar per prendere un caffè, non chiedo di darmi un espresso, ma proprio un caffè 🙂

So che in Italia esistono diversi tipi di caffè. Questa volta in un bar al centro di Firenze, un barista mi ha spiegato che in Italia ci sono anche tanti tipi d’acqua:  liscia, umida, bagnata, frizzante, naturale, gassata e effervescente 🙂

Ma torniamo al caffè. Stavamo a tavola, per aspettare 2 caffè che abbiamo ordinato in un bar della città. Dopo qualche minuto un cameriere ci ha portato due bibite di colore arancione piene di giaccio. Ho pensato che lui aveva sbagliato il tavolo, ma mi ha assicurato che non era così’ e ci aveva portato quello che avevamo ordinato. La bevanda che ci hanno portato al posto dell’espresso era lo spritz. Nello stesso bar mi e’ accaduta di nuovo la stessa storia. Il barista ha sentito «spritz», ma non «espresso» 🙂 La terza volta, quando in un altro bar mi hanno voluto dare lo spritz al posto dell’espresso, ho deciso di chiedere sempre semplicemente un caffè.

Stasera vado al bar per prendere uno spritz, vediamo se mi preparano un espresso 😉

P.S. : la mia pronuncia e’ abbastanza buona e per questo motivo non trovo la spiegazione , come mai a volte sentono «spritz» se io dico «espresso»? Boh?

Un dialogo in un mercato di antiquariato.

Questa volta vi faccio vedere le foto del nuovo mercato dell’antiquariato e vi racconto un dialogo corto ma molto simpatico. Ad un banco si avvicina una signora italiana, vede una bottiglia e dice ad un’altra donna che vende questo oggetto:

— Bellissima! Ma e’ costosissima!!! Pourquoi??? (il prezzo era  95 euro)

La venditrice le risponde:

— E’ pesantissima! E’ vetrissimo! Non e’ cristallissimo!

Il profumo di ieri al prezzo dell’ altro ieri.

12 anni fa all’aeroporto di Fiumicino a Roma, nel duty- free shop ho comprato un profumo di Rochas. L’ho acquistato proprio perché mi e’ piaciuta tanto la bottiglia. Era un vero pezzo d’arte. La conservo ancora oggi. Ogni tanto guardandolo penso alla capacita’  di creazione artistica  dei designer industriali che lavorano anche nel campo delle profumerie e creano dei veri capolavori.

Vorrei conoscere il nome della persona che ha creato questo flacone per il Rochas. Non l’ho più trovato da nessuna parte e ho pensato che non lo producono più, invece stamani in una vetrina, ho visto «il mio capolavoro» di un artista per me sconosciuto.

Magari avevo ragione io e non lo producono più ormai da tanti anni. La pubblicità  che accompagnava i flaconi mi ha fatto sorridere e ha confermato il mio pensiero che non e’ più in produzione il mio amato profumo di Rochas:

IL PROFUMO DI IERI AL PREZZO DELL’ATRO IERI!

Gorodez. Il gallo.

Ormai da 5 anni, prima della nostra partenza per l’Italia, scelgo i regali per il bimbo della nostra migliore amica italiana, che si chiama come me, Marina. A Mosca ci sono tanti negozi per bambini, ma io cerco di trovare sempre qualcosa di tipicamente russo. La Russia è un Paese di grandi tradizioni. Ogni regione, piccola e grande, produce cose tipiche. L’arte popolare russa è ricchissima. Solo vicino a Mosca ci sono numerosi posti dove fanno la chochloma, gli scialli di Pavlov Posad, i giocattoli di Bogorodskoe, le ceramiche di Gzel, le scatole di Fedoskino e tante altre cose.
Ora, per i bambini dai 2 ai 12 anni, in Russia producono diversi giochi creativi: dipingere un quadro, cucire una bambola, fare una collana con pezzettini di legno, creare un’immagine con la sabbia colorata etc. Sono giochi molto interessanti che aiutano i bambini a conoscere il mondo e a imparare a fare oggetti simpatici con le mani.
Allora ogni volta cerco per Giovanni, così si chiama il figlio di Marina, qualcosa di creativo che possiamo fare insieme con le mani. Ogni gioco è molto informativo. I loro autori cercano di usare le tradizioni russe. Ad esempio, qualche anno fa con Giovanni abbiamo fatto un’immagine di Troika russa usando la sabbia colorata. Così, dopo aver creato un quadretto con la sabbia, Giovanni ha imparato che nella Russia antica andavano con la Troika trainata dai cavalli. Un’altra volta abbiamo dipinto insieme due campanelli di ceramica con la tipica decorazione russa ed abbiamo imparato che nella Russia antica con le campane informavano la gente degli incendi o dell’attacco dei nemici.
Questa volta ho scelto per il bimbo di Marina un completo che include una piccola tavola quadrata, dei colori, il pennello e lo stampino. Gli autori propongo ai bambini di fare insieme agli adulti la famosa decorazione russa di Gorodez. Gorodez è una antica città russa che si trova sulla riva del Volga. Dal dodicesimo secolo li’ lavorano con il legno e ci abitano artigiani che conservano le tradizioni dell’intaglio con il legno.
Tanti anni fa la gente di Gorodez decorava con il «merletto» di legno le loro isbe (l’isba è una antica casa russa di campagna), in particolare le finestre. Per le case gli artigiani intagliavano nel legno cucchiai, ciotole, tazze e giocattoli. Per fare questi oggetti belli e allegri, la gente li dipingeva con colori accesi, con motivi di cavalli e uccelli favolosi e di fiori straordinari. Così 150 anni fa è nata la decorazione su legno di Gorodez.
Mi affascinano molto queste cose e spesso mi sento bambina e mi compro qualcosa per creare un oggetto artistico. Guardate: questa volta anch’io ho fatto una tavola con la decorazione di Gorodez :-).

 

Emigrazione italiana.

Sotto tutti i cieli

“Lungo la scia di un’elica”, così si intitola una mostra FAVOLOSA che si può visitare entro il 18 settembre 2011 a Lucca, a Palazzo Ducale, in via Vittorio Emanuele, 3. Il modo in cui è stata concepita questa esposizione vi porterà con una nave «vera» verso le lontane rive dell’America. Il primo passeggero che dopo il lungo viaggio vedeva la statua della libertà urlava a tutti che erano finalmente arrivati in America.Questa scena l’abbiamo già vista in uno stupendo film di Giuseppe Tornatore, «La leggenda del pianista sull’oceano».

La mostra è stata organizzata con tanto amore ed un grande rispetto per la storia dell’emigrazione italiana. Gli organizzatori hanno fatto un ottimo lavoro a portarci in quel periodo della storia italiana, per farci vedere e sentire la vita degli Italiani in terra americana, per raccontarci la vita che li aspettava lontano dalla patria.

Diversi documenti, tante fotografie di quell’epoca, gli oggetti: tutto ci porta in quegli anni passati.Ne’ meno interessanti sono le statistiche della emigrazione in Italia, che vi fanno vedere alla fine della visita. La storia si ripete.

Ed ancora qualche parola. Grazie tanto agli organizzatori che sono riusciti a ricostruire nelle sale di palazzo Ducale un’atmosfera che ricorda veramente quel periodo della storia italiana. Grazie per l’idea con cui è stata realizzata questa esposizione: l’ho trovata splendida e straordinaria. E finalmente grazie per lo stupendo catalogo, molto ben fatto e per niente costoso.

A tutti i miei amici italiani, a tutti quanti viaggiano per l’Italia in questo periodo ed a chi interessa la storia e la cultura, vi consiglierei di fare un salto in questa stupenda mostra, fatta con tanto amore!

P.S.: Prima di organizzare la vostra visita, guardate l’orario che e’ importante ;-). Anche quello è straordinario.

Lungo la scia di un’elica: storie di immigrati di ieri e di oggi in mostra a Palazzo Ducale http://www.moto-ontheroad.it/cms/2011/04/lungo-la-scia-di-un’elica-storie-di-migranti-di-ieri-e-di-oggi-in-mostra-a-palazzo-ducale/

http://www.fondazionepaolocresci.it/main.asp (la fondazione di Paolo Cresci per la storia dell’emigrazione italiana)

Un video di presentazione della mostra: http://www.provincia.lucca.it/presidente/uploads/video/video/lungo_la_scia_di_un_elica.flv