Sokolov

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Da molto tempo per molti stranieri, la matriosca e’ il simbolo della Russia. Le «matreshki» in Russia sono prodotte in varie zone e in diverse citta’ del mio grandissimo Paese. Le piu’ popolari sono fatte a Sergiev-Posad, vicino a Mosca, a Semenovo (Niznij Novgorod) e nei piccoli paesi di Polhovkij Maidan e di Kutets.

La forma della matriosca viene usata da molti produttori in diversi campi: barattoli per il the, saliere, tazze etc. L’altro ieri ho visto un altro oggetto molto simpatico sempre della forma della famosa bambola russa. Mi e’ piaciuto cosi’ tanto che uno l’ho comprato per me e l’altro per un regalo ad una mia amica italiana. E’ un marchio russo che ormai e’ conosciuto anche in Svizzera e lo troverete la’ in uno dei negozi ufficiali. La produzione di queste bambole d’argento e’ situata nell’antica citta’ russa di Kostroma. Se siete curiosi potete vedere l’assortimento di Sokolov sul sito ufficiale di questa produzione russa.

Io invece spero di fare una bella sorpresa alla nostra amica italiana e chissa’ quali idee possano ancora venire in mente ai produttori che usano la forma di Matreshka 😉

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Studiare l’italiano

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Quando piu’ di 20 anni fa ho cominciato a studiare l’Italiano, era molto difficile trovare i manuali e gli altri materiali per lo studio. A Mosca c’erano pochissimi corsi di lingua italiana ed era molto difficile trovare insegnanti preparati. L’Italiano era considerato come una lingua rara. Ho frequentato diversi corsi di cui conservo bellissimi ricordi. All’inizio del mio percorso ho avuto degli insegnanti bravissimi, professoresse delle piu’ famose Universita’ di Mosca. Studiavo con gruppi di 3-5 persone, ma alla fine del corso arrivavo sempre sola soletta perche’ gli altri abbandonavano prima, qualcuno per pigrizia, qualcuno per le distanze che dovevano affrontare 3 volte alla settimana. Fare viaggi di 3 ore (andata/ e ritorno) non era comodo, e al traguardo arrivavano solo quelli che avevano una motivazione e un desiderio di studiare piu’ forti degli altri :-).

A parte questo, ho anche ricordi buffi. La prima scuola di lingue dove sono andata alloggiava negli spazi dell’Istituto di Culinaria. E noi, tre studenti, studiavamo in compagnia di grandissime pentole esposte nell’aula :-). Era molto divertente :-).

Un altro ricordo un po’ buffo e po’ triste. Una sera, dopo la lezione, ci siamo incontrati con dei miei amici e abbiamo deciso di andare a cenare in un ristorante di Mosca. Era tardi e faceva buio. Hanno parcheggiato la loro macchina in un posto davanti al ristorante. Con me, a parte la mia borsetta, io avevo un’altra borsa con i manuali d’Italiano, i quaderni, i CD con i dialoghi italiani. I miei amici mi hanno proposto di lasciare questa borsa “italiana” in macchina, ma non hanno voluto metterla nel portabagagli assicurandomi che stava benissimo anche nell’abitacolo, giu’ in basso tra i sedili. L’idea non mi sembrava buona, ma loro erano certi e dicevano che l’automobile aveva i finestrini scuri e nessuno vedeva da fuori cosa c’e’ dentro. Non ho insistito.

Quando dopo due ore siamo ritornati, il finestrino era rotto e dentro non c’era piu’ la mia roba italiana. Io mi preoccupavo per l’auto dei miei amici, invece loro si preoccupavano tanto per la mia borsa e per il fatto di aver insistito a lasciarla nell’abitacolo. Ci siamo quindi dedicati alla ricerca di quello che io avevo perduto, e abbiamo fatto un «giro” di tutti i bidoni dell’immondizia in tutti i cortili. Purtroppo senza risultati. Mi spiaceva tanto, perche’ dentro c’erano manuali difficili da trovare e costosi ma, a un certo punto, ho immaginato le facce dei ladri quando al posto del portatile o di chissa’ che altro pensavano di trovare, hanno visto tutta questa roba in una lingua sconosciuta. E quel fatto mi ha fatto ridere. La storia e’ finita bene lo stesso: i miei amici hanno cambiato il finestrino e io dopo poco ho ordinato lo stesso manuale in Italia.

Sono passati vari anni. Ho studiato anche a Pisa, ma quell’inizio degli studi della lingua italiana e’ rimasto per sempre nella mia memoria come un periodo complicato ma tanto bello… Era cosi’ difficile trovare i manuali ma era cosi’ bello trovare degli amici che ti aiutavano ad imparare l’italiano con grande entusiasmo! (Saluti Albertuzzo!)

Ricordavo tutto questo quando oggi ascoltavo una bella trasmissione italiana, il musical “I Tre moschettieri”. Ho pensato quanto e’ bello ora studiare l’Italiano perche’ a Mosca ci sono dappertutto scuole dove l’insegnano, e non devi piu’ fare viaggi di 3 ore andata e ritorno. Puoi trovare qualsiasi manuale stampato in Italia su Internet, trovi diversi corsi online, tanti forum, queste stupende trasmissioni e tanta altra roba che e’ sempre a vostra disposizione. E non c’e’ piu’ bisogno, come 20 anni fa, di superare tanti ostacoli per poter imparare l’italiano ;-)… Basta averne il desiderio e la curiosita’… e studiare!

 

 

Lucca, cultura russa, «Jenavi» e arte

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Miei cari lettori italiani,

Negli ultimi tempi ho scritto poco in Italiano, mi sa, e devo cambiare subito questa situazione :-).

L’estate russa sta per finire. Mancano gli ultimi 10 giorni, ma il 1 settembre tutti gli scolari tornano sui banchi e tutti gli studenti riprendono i loro studi nelle Universita’.

Avendo ormai tre siti su cui lavorare ho avuto poco tempo per gli articoli in italiano perche’ ho sempre dato la preferenza al nuovo sito dedicato a Lucca. Ce ne sono due versioni: sia in russo sia in italiano. Ci vuole sempre molto tempo per trovare informazioni, fare le traduzioni dall’italiano al russo e scrivere gli articoli per ‘Cittadipuccini” (www.cittadipuccini.ru/www.cittadipuccini.it).

Ora preparo una nuova intervista in italiano e cerco di terminare la traduzione in russo di una conversazione precedente. Spero di darvi al piu’ presto informazioni interessanti.

Ma rimane sempre molto da fare anche per il mio sito dedicato alla cultura russa. “Un viaggio chiamato Russia” in 12 anni e’ diventato veramente grande e ricco di informazioni. Non smetto mai di scrivere articoli in italiano anche per questo mio sito e sempre cerco di raccontavi qualcosa di interessante della Russia.

Poco fa ho aggiunto una nuova rubrica che si intitola “Made in Russia». Devo dire che scopro tante cose nuove anche per me, ad esempio una ditta di San Pietroburgo che produce bigiotteria. Ho gia’ preparato diversi regalini di questo marchio per tutte le mie amiche italiane e di tanto in tanto do un’occhiata al negozio “Jenavi” alla ricerca qualcosa di particolare e unico.

L’acquisto di certi oggetti diventa un gioco perche’ alcuni anelli, ciondoli, orecchini e spile sono prodotti in un esemplare unico e trovare quello che “Jenavi” ha prodotto qualche mese fa diventa abbastanza complicato. Un esempio e’ questo ciondolo che ho trovato due giorni fa. “Jenavi” produce veramente tantissime cose di qualsiasi gusto. Il ciondolo in fotografia e’ una copia di un oggetto da museo dell’inizio del Novecento. L’originale si trova nel Museo Etnografico di San Pietroburgo. La collaborazione di “Jenavi” con questo museo divulga le sue collezioni e fa conoscere alla gente gli oggetti migliori della cultura tradizionale dei diversi popoli abitati sul territorio della Russia. Un giorno sono rimasta stupita di sapere che in Russia abitano (ATTENZIONE!) 180 popoli!

Questo ciondolo e’ un oggetto nazionale del popolo del Daghestan.

Trovo questa idea e la collaborazione di “Jenavi” con il Museo Etnografico semplicemente belle!!

Se mi capita di trovare ancora qualcosa di particolare della produzione di “Jenavi” ve lo faccio vedere senz’altro 🙂

Nella fotografia potete vedere anche due anelli dello stesso marchio di cui vi racconto nel prossimo articolo perche’ anche loro sono particolari ;-).

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Ma una rosa e’ caduta sulla zampa di Asor

Questo anello prodotto da “Jenavi” mi e’ piaciuto subito per diversi motivi. E’ semplice ma ha una cosa particolare: una frase in russo che si legge assolutamente uguale da sinistra a destra e viceversa.

Chi sa leggere il russo puo’ rendersene conto da solo: А РОЗА УПАЛА НА ЛАПУ АЗОРА.

Faccio la traduzione per farvi capire cosa significa: ma una rosa e’ caduta sulla zampa di Asor.

Interessante, nella lingua italiana esiste qualcosa di simile? 🙂

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Made in Russia. Souvenir russi straordinari

580920_original581169_originalQuando visitiamo un altro Paese cerchiamo di conservare dei bei ricordi di questo posto: i gusti dei piatti tipici, le fotografie, le conoscenze con la nuova gente, le impressioni provocate dalle visite dei musei e delle citta’, e infine i souvenir. Ogni Paese ha delle cose tipiche che ogni turista riporta a casa come regalini, pensierini e come piccoli doni per i propri amici e parenti.

In Russia i souvenir tipici sono numerosissimi perche’ fanno parte dell’Arte Popolare Russa che e’ molto ricca. Di questa arte potete leggere sempre su questo sito nella omonima sezione.

Oggi vorrei aprire una nuova rubrica che chiamo «Made in Russia.Souvenir russi straordinari». Qua parlo degli oggetti che trovo e che attirano la mia attenzione perche’ li trovo belli e particolari. Con questi regali russi, faccio conoscere meglio il mio Paese, sempre ricco di persone di grande talento, ai miei cari amici italiani! Potrebbero essere alternative ai regali classici.

Allora, andiamo per ordine…

Casa-museo di Mikhail Prishvin

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L’estate e’ un bel periodo per i viaggi intorno a Mosca. Dal 1 giugno nelle scuole cominciano le vacanze estive che finiscono solo il 1 settembre. Le gite scolastiche non assediano piu’ i musei e le tenute, e noi usiamo questi tre mesi estivi per visitare tranquillamente i posti interessanti sia a Mosca sia fuori citta’. L’unico problema che rimane sempre e’ il traffico tremendo che oramai fa parte della citta’ di Mosca e dei suoi dintorni.
Allora nel primo giorno d’estate (in Russia, l’estate da calendario comincia il 1 giugno) siamo andati nel paesino di Dunino. Qua, nel 1946, il famoso scrittore sovietico-russo Mikhail Mikhailovich Prishvin compro’ una casa di legno. Gli inverni in Russia sono freddi e in questa casa la famiglia dello scrittore abitava solo da maggio a novembre. E negli ultimi 8 anni della sua vita Mikhail Mikhailovich passava sempre l’estate a Dunino. La sua casa e’ molto semplice ma e’ una tipica abitazione estiva dei paeselli russi.

Io adoro le tenute e le case russe dell’Ottocento. Conservano l’atmosfera particolare di quell’epoca: la costruzione, gli oggetti tipici e la decorazione. Molti grandi pittori, scrittori e compositori, tra cui Petr Chaikovskiy, Anton Cekhov, Mikhail Lermontov, Sergey Taneev, Vasilij Polenov, preferivano passare i mesi estivi fuori dalla citta’ di Mosca nelle loro case di legno oppure essere ospiti dei loro amici ricchi nelle bellissime tenute di cui e’ piena la regione attorno a Mosca…

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«L’apparizione del Cristo al popolo» di Aleksandr IvAnov

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Se siete a Mosca non perdete l’occasione di visitare la Galleria Tret’jakov! È un museo che contiene la più grande collezione della pittura russa. Si trova proprio al centro della città, non tanto distante dalla Piazza Rossa. È uno dei miei musei preferiti. La storia della sua fondazione è molto interessante. Un grande mecenate russo, Pavel Tret’jakov, dedicò tutta la vita a una raccolta della pittura russa e quindi la lasciò in dono alla città di Mosca.

Oggi vorrei raccontarvi di un quadro solo di questa grandissima collezione. Nell’esposizione è una delle tele più importanti e grandiose: «L’apparizione del Cristo al popolo» di Aleksandr IvAnov, che è esposta in una sala, da sola, insieme a numerosi frammenti della sua preparazione.

È molto interessante la storia della sua creazione e del suo trasporto da Roma a San Pietroburgo. Il pittore russo Aleksandr IvAnov visse molti anni in Italia e «L’apparizione del Cristo al popolo» nacque a Roma. Come per le altre sue opere, l’artista ci lavorò sopra per ben 20 anni. Nel 1838 lo zar Alessando II aveva visto l’inizio dei lavori e aveva desiderato di comprare il quadro per la sua collezione privata…

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Disegnano tutti :-)

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Intervista a Massimo Cavalletti

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Miei cari lettori,

questa volta vi faccio un vero e proprio regalo. È un regalo non solo per voi ma anche per me.

Massimo Cavalletti è un artista di fama mondiale che da 10 anni ha una splendida carriera e si esibisce in tutti i più importanti teatri del mondo dalla Scala al Metropolitan di New York. Vorrei ringraziare maestro Cavalletti per aver accettato subito e con grande piacere la mia proposta di fare l’intervista per il «Citta’ di Puccini», per la gentilezza dimostrata, per il tempo dedicato e per le risposte sincere.

Credo sia una conversazione molto attesa soprattutto dal pubblico russo che ha un grande interesse verso questo bravissimo artista e non sono state pubblicate tante sue interviste in russo.

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Un po’ di primavera russa

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